Pesca al cefalo con canna fissa: Trucchi, tecniche e consigli

Pesca al cefalo con canna fissa
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Scopri l'affascinante mondo della pesca al cefalo con la canna fissa, una pratica tradizionale che unisce semplicità ed efficacia. In questo articolo, esplorerai le tecniche, l'attrezzatura e le strategie per catturare questo pesce astuto, rendendo ogni battuta di pesca un'esperienza indimenticabile. Impara a preparare la pastura perfetta e a sfruttare al meglio la tua attrezzatura per affrontare questa emozionante sfida. Che tu sia un principiante o un esperto, preparati a immergerti in un'avventura che ti avvicinerà alla natura e arricchirà la tua passione per la pesca. Non perdere l'occasione di scoprire i segreti di questa affascinante tecnica!

Tabella dei Contenuti

La pesca al cefalo con la canna fissa è una pratica affascinante che affonda le radici nella tradizione della pesca sportiva. Questa tecnica, caratterizzata dalla semplicità e dall’efficacia, offre ai pescatori l’opportunità di interagire con la natura in modo diretto e coinvolgente. Il cefalo, noto per la sua abilità nel saltare e per la sua resistenza. Rappresenta una sfida stimolante per chi si avventura lungo le coste o nei porti. In questo articolo, esploreremo le tecniche, gli attrezzi e le strategie migliori per catturare questo pesce, fornendo preziosi consigli per rendere ogni battuta di pesca un’esperienza indimenticabile. Che tu sia un principiante o un esperto, preparati a scoprire i segreti di una delle pratiche di pesca più appassionanti e gratificanti.


Questo pesce è diffuso lungo tutta la penisola, con una maggiore presenza lungo il versante tirrenico rispetto a quello adriatico. Esistono diverse varianti, come il bosega, il gargia d’oro e lo schiumarolo. Il loro peso varia da pochi etti, nel caso dello schiumarolo, fino a due chili. Sebbene sia ambito dai pescatori, il cefalo è spesso trascurato in cucina, poiché le sue carni non sono particolarmente prelibate, soprattutto quando catturato vicino ai porti, dove si nutre di rifiuti alimentari. Non sorprende che mio nonno lo chiami affettuosamente “il netturbino del mare”. Solitamente si trova a pochi centimetri dal fondo e tende a riunirsi in gruppi, mentre gli schiumaroli sono noti per nuotare sempre a mezz’acqua.

Pasturazione per la pesca al cefalo

Un elemento cruciale nella cattura del cefalo è la pasturazione. Maggiore è la cura con cui si procede, maggiori saranno le probabilità di successo. Le sarde, il pane grattugiato e il formaggio sono ingredienti fondamentali per attirare questi pesci verso il nostro punto di pesca. Per preparare la pastura, è consigliabile acquistare circa mezzo chilo di sarde al mercato del pesce, da macinare in un tritacarne, preferibilmente in un luogo all’aperto a causa dell’odore forte. A questo mix si aggiungono 300-400 grammi di formaggio (pecorino romano scaduto o formaggio da pesca) e un chilo di pane grattugiato, completando con una spruzzata di sale.

Mescolare indossando guanti e, se si desidera una consistenza più friabile, aggiungere acqua fino a ottenere la giusta consistenza. Questa preparazione, circa 2 kg di pastura, è ideale per ore di pesca in porto e può essere congelata o conservata in un contenitore ermetico. Per chi non ha la possibilità di preparare una pastura personalizzata, ci sono alternative già pronte in commercio, che possono essere migliorate con glutammato o olio di sarda. È importante scegliere con attenzione, poiché la qualità dei materiali influisce notevolmente sull’efficacia della pastura. Personalmente, ho ottenuto buoni risultati con le pasture Colmic Snack e Tubertini Cefalo Bianca, ma consiglio di sperimentare per trovare quella più adatta alle proprie esigenze.

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Tecnica di pesca al cefalo con la canna fissa

In questo articolo analizzeremo la pesca al cefalo con canna fissa, un’esperienza che mette alla prova le abilità di ogni pescatore. È necessaria massima concentrazione e determinazione. La canna fissa consente un’azione di pesca rapida, garantendo precisione durante la fase di ferrata. Negli ultimi anni, nonostante un certo declino dell’uso di questo attrezzo a favore della bolognese, i produttori hanno realizzato canne telescopiche di alta qualità in carbonio e materiali innovativi, offrendo attrezzi leggeri e affidabili.

Le lunghezze più comuni vanno da 6 a 9 metri, con 7 e 8 metri come le più utilizzate. Si impiegano galleggianti a goccia o a pera rovesciata, con un peso variabile tra uno e due grammi, a seconda delle condizioni di vento e corrente. In acque calme, preferisco utilizzare galleggianti affusolati per rilevare più rapidamente le abboccate. La lenza dovrebbe coprire quasi tutta la lunghezza della canna, realizzata in nylon con diametro variabile tra 0,12 e 0,16, a seconda della piombatura e della trasparenza dell’acqua. La piombatura può consistere in una torpilla che copra il peso indicato sul galleggiante o in un mix di pallini. Per una risposta rapida, è preferibile concentrarsi su un solo punto di peso, mentre per una pesca più naturale si possono usare diversi pallini distribuiti lungo il filo.

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Terminali per la pesca al cefalo con la canna fissa

È consigliabile utilizzare una girella o un micro-aggancio per collegare il trave ai terminali. Questi ultimi dovrebbero essere a forcella e realizzati in diametri di 0,12/0,10/0,08, lunghi dai 40 ai 60 centimetri. Personalmente, utilizzo spesso finali in fluorocarbon, con preferenze per i modelli Smart SLR, Reverge di Colmic e Dragon di Tubertini. Gli ami ideali per questa pesca sono quelli a gambo lungo, particolarmente adatti per l’innesco di pane e sarda. Tra i modelli che consiglio, ci sono i 120N e 6315 di Gamakatsu, noti per la loro facilità di utilizzo.

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L’importanza di sondare e l’innesco per la pesca al cefalo

Quando si pesca con il galleggiante, è essenziale mantenere le esche a una profondità compresa tra 10 e 30 centimetri dal fondo. Per determinare la profondità esatta, si utilizza una sonda, spostando il galleggiante fino a quando non rimane immerso di circa 10-20 centimetri sotto la superficie. Quando si è pronti, si rimuove la sonda e si inizia a pescare, preparandosi con delle palle di pastura ben compresse. Le esche più comunemente utilizzate sono il filetto di sarda e il pane francese, con quest’ultimo che si acquista in panificio. Prima dell’uso, il pane viene immerso in acqua per gonfiarsi , dopo aver rimosso la crosta, si prepara la mollica, che deve essere strizzata per rimuovere l’eccesso d’acqua. Così preparata, la mollica sarà umida e pronta per essere utilizzata, creando batuffoli per l’innesco.

In conclusione, la pesca al cefalo con la canna fissa si rivela un’esperienza unica che unisce tecnica, pazienza e un profondo rispetto per l’ambiente marino. Che tu stia cercando un momento di relax o una sfida avvincente, il cefalo ti aspetta. Ricorda di portare sempre con te la tua attrezzatura, di rispettare le normative locali e di lasciare il luogo di pesca come lo hai trovato. Con la giusta preparazione e un pizzico di fortuna, ogni uscita si trasformerà in un’avventura memorabile, arricchendo non solo il tuo bagaglio di esperienza, ma anche il tuo amore per la pesca. Buon divertimento!

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